Storia
Oltre un secolo di passione, tenacia e amore per la fonderia
Nel 2020 abbiamo compiuto 110 anni di storia. Una storia fatta di persone, sogni, ambizioni, ma anche di fatica, resistenza e capacità di cogliere le sfide del cambiamento. La nostra anima oggi è il risultato delle tante anime che nel corso del tempo hanno costruito l’evoluzione di un’azienda che cresce investendo in innovazione e promuovendo al massimo la sostenibilità ambientale.
Nel 2020 l’azienda conta 103 dipendenti in uno stabilimento di circa 20.000 metri quadri coperti.
Immagini storiche
1938 – Ariotti arriva a 60 dipendenti
1944 – Bombardamento dello stabilimento
1944 – La ricostruzione
1971 – Nuovo sito produttivo
La fondazione di Fonderie Ariotti con “Nonno Pini”
1910 – 1939
È Giuseppe Ariotti, il “nonno Pini”, a iniziare la storia della fonderia nel lontano 1910. Dopo un periodo di esperienza come manovale in un’altra fonderia – la Marzoli – avvia una piccola attività in proprio di fusione dei metalli, assieme a due colleghi: i fratelli Rossi.
L’attività produttiva ha luogo, inizialmente, in una cascina a Palazzolo Sull’Oglio e, nel 1924, trova casa in un nuovo stabilimento di 5.200 metri quadri vicino alla stazione ferroviaria. All’inizio i dipendenti sono 35, per diventare 60 nel 1938.
Nel 1927, a ventidue anni, si affianca a Giuseppe Ariotti il figlio Teobaldo e verso gli anni Trenta, sulla scia della Grande Depressione, padre e figlio affrontano momenti difficili, come testimonia il verbale dell’assemblea del 1932 per l’approvazione del bilancio, in cui si legge: “La continua discesa dei prezzi e l’affannata ricerca di lavoro a qualunque prezzo, pur di poter allontanare il pericolo di dover chiudere la fonderia per esaurimento di ordini, ha falcidiato in pieno i pochi margini che avrebbero potuto essere la modesta ed attesa remunerazione al Capitale.”
Il bilancio si chiude con 5.798 lire di perdita, pari a oltre il dieci per cento dei ricavi.
1939 – 1945
Gli anni difficili della guerra
Durante la seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1945, la fonderia non cessa l’attività. Rimane attiva affrontando i bombardamenti, che nel 1945, avendo come obiettivo il vicino ponte ferroviario, colpiscono per errore anche la fonderia. Dalla distruzione si salva soltanto l’autovettura aziendale, una Fiat 1100, sotterrata in una grande cassa di legno per evitare la requisizione da parte dei tedeschi.
Per misteriose ragioni, forse grazie alla lunga mano del partigiano Tarzan, durante una normale visita da un cliente Teobaldo sfugge a un rastrellamento nazista e torna a casa sano e salvo. In un’altra occasione, di ritorno da un cliente a Brescia in sella alla sua bicicletta, evita, gettandosi in un fosso ai margini della strada, la raffica di un caccia alleato, e riesce così a riportare intatti a casa l’ordine del cliente, una scheggia di granata e, soprattutto, la propria pelle.
1945 – 1960
La ripresa dopo la guerra
Dopo la fine della guerra l’attività riprende, la fonderia viene ricostruita nello stesso sito e torna operativa a pochi mesi dal bombardamento. Per lavorare, però, non ci sono macchine né impianti e la ghisa viene scaricata a mano dai carri. Ma questi sono gli anni della ricostruzione e della fiducia nel futuro. Nel 1957 entra in azienda Cesare Ariotti, il figlio di Teobaldo, portando idee innovative e ricoprendo un ruolo sempre più importante in azienda.
Dagli anni ‘60 si assiste allo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese. Esplode il boom economico, con la Vespa, la lavatrice, il frigorifero, la motorizzazione di massa, la trasformazione da un Paese povero e contadino a potenza industriale. Sono anche anni di rivendicazioni operaie, conflitti sindacali, contestazioni giovanili, guerra fredda, crisi energetiche, terrorismo e instabilità politica. Anni che porteranno alla crisi e al definitivo tramonto della Prima Repubblica.
1960-1990
Lo sviluppo industriale
Nel 1971 nasce la Fonderia Ariotti Adro s.a.s. di Cesare Ariotti & C., con il graduale trasferimento della produzione nella sede di Adro, in un’area industriale completamente nuova, dove viene costruito il nuovo capannone in un terreno di trentamila metri quadrati. Nel 1979 viene fondata la Fonderie Ariotti S.p.A. e sono anni di grandi trasformazioni: arriva la macchina Sandslinger, che spara la terra e sostituisce il badile dell’uomo, e la formatura chimica con resine autoindurenti. I forni diventano elettrici, arrivano le sabbiatrici e i sistemi di abbattimento delle polveri.
Nel 1983, la fonderia si associa al Meehanite, istituto inglese di ricerca metallurgica e marchio di qualità per le fonderie. Nel 1986, Cesare introduce un fondo pensione integrativo aziendale, vent’anni prima dell’entrata in crisi del sistema pensionistico pubblico.
1990-2010
Il mercato globalizzato
Nel 1994 e nel 1997 entrano in azienda i figli di Cesare Ariotti: Roberto e Giorgio. La loro attività inizia nel periodo dell’integrazione europea, subito dopo la svalutazione della lira e gli sforzi del governo Ciampi che, con manovre finanziarie straordinarie, tiene l’Italia agganciata al treno dell’Euro. Anche la fonderia, come l’intero sistema produttivo italiano, riesce a individuare la strada giusta, che passa per il confronto e la competizione con i tedeschi, gli spagnoli e con l’Europa dell’Est. La nuova strategia dell’azienda è competere investendo in alta tecnologia e qualità, e non con i prezzi bassi dei Paesi in via di sviluppo. Si opta quindi per serie più limitate, per la rapidità nello sviluppo di prototipi, per settori meno maturi e più innovativi, per fusioni sempre più grandi.
Nel 2006, l’azienda investe nella costruzione di un secondo capannone, di un magazzino modelli sotterraneo, e un’area dedicata alla verniciatura. I tetti dello stabilimento vengono ricoperti di pannelli fotovoltaici che permettono di sfruttare al massimo l’energia del sole per l’attività produttiva.
2010-2020
Fonderie Ariotti oggi
Oggi l’azienda, guidata dalla quarta generazione della famiglia, è leader nel settore a livello tecnologico e qualitativo, e si pone sul mercato europeo come uno dei principali attori nel comparto dei grandi getti per l’industria meccanica. Produce componenti di precisione per generatori eolici, macchine per il taglio dei wafer di silicio per le celle fotovoltaiche, riduttori di precisione, valvole per acquedotti, compressori, piani lavorati per presse, componenti per enormi molazze per il cemento. Il mercato nordeuropeo rappresenta oltre il 50% e ha come sbocco finale il mondo intero, dall’America all’India, fino alla Cina.
La tecnologia ha permesso di fare passi da gigante: oggi la progettazione viene fatta insieme al cliente, sia per quanto riguarda le geometrie sia per quanto riguarda la scelta dei materiali e la definizione delle caratteristiche meccaniche.
I tecnici di Fonderie Ariotti simulano il riempimento e il raffreddamento del metallo nella forma, lo misurano con sofisticate sonde di temperatura e collaudano le fusioni con prove a ultrasuoni, magnetoscopiche, prove di resilienza, prove a fatica. La necessità di realizzare macchine industriali sempre più grandi ha spinto verso la progettazione di componenti più leggeri e performanti, insieme alla necessità di offrire caratteristiche meccaniche adatte a situazioni climatiche estreme, per esempio i climi rigidi del Nord Europa.
Nel 2015, Fonderie Ariotti ha investito nella costruzione di un’officina meccanica interna all’avanguardia, che le ha permesso di affermarsi nel settore come primo polo tecnologico italiano, e uno dei pochi a livello europeo, in grado di fondere, lavorare e certificare con macchina di misura la produzione di componenti meccaniche per il settore eolico e delle energie rinnovabili. A poco più di un secolo dalla sua fondazione, questo è stato un passo molto importante per far crescere l’azienda con l’apertura verso nuovi mercati e per una integrazione verticale della filiera.